La nascita e la diffusione del concetto di “Bias Cognitivi” è riconducibile agli inizi degli anni ’70, quando gli psicologi Kahneman & Tversky avviarono il programma di ricerca denominato “Heuristics and Bias Program”.
Lo scopo di questa ricerca fu quello di comprendere in che modo gli esseri umani maturassero decisioni in contesti caratterizzati da ambiguità, incertezza o scarsità delle risorse disponibili ( cognitive e\o temporali).
Cos'è quindi un Bias cognitivo ?
Il Bias costituisce una forma di distorsione della valutazione causata dal pregiudizio, ossia da concetti precedenti non necessariamente connessi tra loro da legami logici e validi. Il bias, contribuendo alla formazione del giudizio, può quindi influenzare un’ideologia, un’opinione, e un comportamento.
In sintesi il concetto di Bias è associato a quello di “errore” e nasce come conseguenza di un'euristica.
Le euristiche non sono altro che delle scorciatoie cognitive volte alla soluzione di problemi e che non seguono un percorso rigoroso o "algoritmico", ma si affidano all'intuito ed allo stato temporaneo delle circostanze, consentendo di prevedere un risultato che poi andrà convalidato.Tale stile decisionale è preferibile in quelle circostanze in cui la scarsità di risorse cognitive e\o di risorse temporali impediscono una valutazione approfondita e ponderata di tutti gli elementi o quando l’output richiesto al sistema cognitivo concerne procedure familiari o già consolidate. Nei casi contrari , quindi, in situazioni più complesse, l'utilizzo di queste scorciatoie cognitive costituiranno un limite per la persona , portandolo ad errori di valutazione e ad una mancanza di oggettività di giudizio.
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