lunedì 26 marzo 2018

EFFETTO SPETTATORE!




"L'effetto spettatore", detto anche apatia dello spettatore o effetto testimone (in inglese bystander effect) è un fenomeno sociopsicologico che ci spiega come sia più facile per l'uomo aiutare qualcuno quando è solo rispetto a quando è con più persone.
Maggiore sarà il numero delle persone che assistono ad un dato evento, minore sarà la probabilità che qualcuno intervenga.

Il CRAVING !




Il CRAVING è il desiderio impulsivo per una sostanza psicoattiva, per un cibo o per qualunque altro oggetto-comportamento gratificante. Nel corso degli ultimi vent’anni è emersa una proliferazione delle dipendenze comportamentali che costituiscono parte integrante della vita quotidiana, come:
-l'alimentazione
-la sessualità
- la tecnologia
- lo shopping 
-il gioco d’azzardo 
- le relazioni affettive.
Per alcune persone queste dipendenze arrivano ad assumere caratteristiche patologiche. 
Il craving, dunque rappresenta il desiderio per gli effetti della sostanza, oggetto o comportamento di cui il soggetto ha già fatto esperienza e che sono risultati gratificanti.

DISTURBO PARANOIDE DI PERSONALITÀ






I criteri diagnostici per il Disturbo Paranoide di Personalità secondo il DSM-IV-TR* sono i seguenti:
Diffidenza e sospettosità pervasive nei confronti degli altri (tanto che le loro intenzioni vengono interpretate come malevole), che iniziano nella prima età adulta e sono presenti in una varietà di contesti, come indicato da quattro (o più) dei seguenti elementi: 
-sospetta, senza una base sufficiente, di essere sfruttato, danneggiato o ingannato
-dubita senza giustificazione della lealtà o affidabilità di amici o colleghi
-è riluttante a confidarsi con gli altri a causa di un timore ingiustificato che le informazioni possano essere usate contro di lui 
-scorge significati nascosti umilianti o minacciosi in rimproveri o altri eventi benevoli
-porta costantemente rancore, cioè, non perdona gli insulti, le ingiurie o le offese
-percepisce attacchi al proprio ruolo o reputazione non evidenti agli altri, ed è pronto a reagire con rabbia o contrattaccare 
-sospetta in modo ricorrente, senza giustificazione, della fedeltà del coniuge o del partner sessuale.

AUTOLESIONISMO!




Nel DSM-V (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) l’autolesionismo è stato inserito come categoria diagnostica a sé stante; ciò non significa che i comportamenti autolesivi siano riconducibili ad un’unica modalità di auto-danneggiamento. L’identificazione delle diverse forme che il disturbo può assumere risulta utile per fare chiarezza e facilita un intervento tempestivo.

Le 3 categorie di autolesionismo

Ciò che in letteratura è definito ‘deliberate self harm’ – in italiano ‘auto-danneggiamento intenzionale’- comprende un ventaglio di comportamenti patologici, riconducibili a tre categorie principali:

-le condotte di auto-danno, come l’abuso di sostanze psicoattive, la sessualità promiscua e il gioco d’azzardo,
-le condotte di auto-avvelenamento, come l’ingestione di sostanze tossiche e l’overdose di droghe,
le condotte autolesive, come tagliarsi e bruciarsi.

l Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività ( ADHD) !





Il Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività, o ADHD, è un disturbo evolutivo dell’autocontrollo. Esso include difficoltà di attenzione e concentrazione, di controllo degli impulsi e del livello di attività. Questi problemi derivano sostanzialmente dall’incapacità del bambino di regolare il proprio comportamento in funzione del trascorrere del tempo, degli obiettivi da raggiungere e delle richieste dell’ambiente.Si tratta di un disturbo eterogeneo e complesso, multifattoriale, che nel 70-80% dei casi coesiste con uno o più altri disturbi, aggravandone la sintomatologia e rendendo quindi complessa sia la diagnosi sia la terapia. I disturbi più frequentemente associati con l'ADHD sono il disturbo oppositivo-provocatorio, i disturbi della condotta, i disturbi specifici dell'apprendimento (dislessia, disgrafia, ecc.) e i disturbi d'ansia.
L’ADHD NON E' UN PROBLEMA MARGINALE CHE SI RISOLVE CON L'ETA'.
Si stima che nel mondo l’incidenza dell’ADHD sia pari al 5,3%
della popolazione, mentre in Italia la prevalenza è intorno al
3-4%, che corrisponde a circa 270.000-360.000 bambini.

AUTOSTIMA!



L’autostima è la valutazione che diamo di noi stessi.Essa dipende sia da fattori interni, cioè dagli schemi cognitivi della persona, dalla sua soggettiva visione della realtà e di sé stessa, sia da fattori esterni, come ad esempio i successi che otteniamo e la qualità delle "risposte” che riceviamo dalle altre persone.
L’autostima viene determinata da informazioni oggettive e soggettive, riferite a tre tipi di sé:
- sé reale: è la valutazione oggettiva delle nostre competenze
- sé percepito: è la nostra valutazione del sé reale. Difficilmente sé percepito e sé reale coincidono, si rischia sempre di fare "errori di valutazione"
- sé ideale: è come desideriamo essere. Esso è influenzato dalla cultura e dalla società.
William James (1842/1910) definiva l’autostima come il rapporto tra il Sé percepito di una persona e il suo Sé ideale .Secondo James una persona sperimenterà una bassa autostima se il Sé percepito non riesce a raggiungere il livello del Sé ideale. L’ampiezza della discrepanza tra come ci vediamo e come vorremmo essere è infatti un segno importante del grado in cui siamo soddisfatti di noi stessi.In altre parole, secondo la definizione di James, l’autostima sarebbe il risultato dei successi ottenuti realmente in corrispondenza delle aspettative e degli obiettivi posti dal soggetto.

Leader si nasce o ci si diventa?




La risposta sta nel mezzo.Numerosi studi scientifici affermano che circa il 30% del futuro di un leader è scritto nel suo patrimonio genetico – la leadership si può anche imparare sul campo con la giusta formazione ed un coaching dedicato: impegnarsi nel migliorare le proprie skills, affidandosi allo studio ed ai professionisti giusti può far impennare le competenze di leadership fino al 30%.
Ecco alcune qualità che possono essere migliorate:
l’intelligenza emotiva, l’atteggiamento positivo, la capacità di problem solving, il carattere, l’empatia, l’autoconsapevolezza, l'assertività, l'autostima, la comunicazione persuasiva, la resilienza ed altre.

IL PENSIERO COME SURROGATO DELL'AZIONE.




Il pensiero consiste sostanzialmente nella simulazione immaginativa dell'azione.
Per dirla in termini fisiologici quando, a causa di un'aggressione ambientale, lo stato di tensione ( e quindi di malessere ) raggiunge un livello di guardia oltre il quale può diventare autodistruttivo per l 'individuo, subentra a salvaguardia della sua sopravvivenza uno stato di benessere ( caduta temporanea della tensione) provocato autogenamente mediante l'attivazione del pensiero, il quale simulando l 'azione capace di scaricare la tensione simula una situazione ambientale gratificatoria.
Materialmente nel cervello viene sostituita la produzione di neurotrasmettitori adrenalinici (che provocano lo stato di tensione, cioè lo stress) con la produzione di neurotrasmettitori noradrenalinici) che provocano lo stato di distensione).

domenica 25 marzo 2018

ANUPTAFOBIA!






Indica una paura irrazionale e persistente di rimanere single.

Il comportamento delle persone che soffrono di anuptafobia risponde a un modello di ansia e ossessione riguardo l’idea di avere un partner.
In generale, questo disturbo colpisce prevalentemente quelle persone con bassa autostima e piuttosto dipendenti che spesso hanno subito relazioni o rifiuti traumatici.

lunedì 5 marzo 2018

EFFETTO SPETTATORE!

                             



"L'effetto spettatore", detto anche apatia dello spettatore o effetto testimone (in inglese bystander effect) è un fenomeno sociopsicologico che ci spiega come sia più facile per l'uomo aiutare qualcuno quando è solo rispetto a quando è con più persone.
Maggiore sarà il numero delle persone che assistono ad un dato evento, minore sarà la probabilità che qualcuno intervenga.