giovedì 20 settembre 2018

RUMINAZIONE O RIMUGINIO !



Molto spesso questi due termini vengono utilizzati in maniera intercambiabile, in realtà hanno due significati simili ma diversi.

La ruminazione è un insieme di pensieri ripetitivi focalizzati sul proprio malessere che portano ad una sensazione di impotenza.E' una modalità di pensiero afinalistica che impedisce il comportamento attivo non aiutando a guardare il futuro in maniera positiva o a sviluppare strategie volte alla risoluzione di problemi.
Il rimuginio è invece un fenomeno tipico degli stati ansiosi. In questo caso i pensieri negativi, sono rivolti a possibili minacce future, e la catena di pensieri viene attivata con l’intento di risolvere il problema, rassicurarsi o trovare possibili soluzioni ad un evento incerto e imprevedibile. La tematica centrale è quella di una possibile e/o imminente minaccia. Il rimuginio viene chiamato “worry”, che viene tradotto in italiano con il termine “preoccupazione/apprensione persistente”.

sabato 8 settembre 2018

PARAFILIA!





Il termine Parafilia deriva dal greco para (attorno) e filia (amore) e si riferisce a impulsi, fantasie o comportamenti sessuali intensi e ricorrenti, che implicano oggetti, attività o situazioni inusuali, distanti da quelli comunemente previsti nella pratica sessuale.

ECCONE ALCUNE:

-Esibizionismo: mostrare ad un estraneo i propri genitali, talvolta anche masturbandosi.
-Feticismo: venerazione di oggetti inanimati quali scarpe e biancheria intima femminili.
-Frotteurismo: toccare una persona non consenziente o strofinarsi contro di essa.
-Pedofilia: attività sessuale con bambini prepuberi di non più di 13 anni.
-Masochismo sessuale: atto reale (non simulato) di essere umiliato, picchiato, legato o fatto soffrire in qualche modo, di subire sofferenze o umiliazioni.
-Sadismo sessuale: azioni reali (non simulate) che inducono sofferenza psicologica o fisica nella vittima.
-Feticismo di travestimento: travestirsi con abiti dell'altro sesso (l'atto viene compiuto da un maschio eterosessuale)
-Voyeurismo: osservare (non visti) persone che si spogliano, sono nude o hanno rapporti sessuali.



La Parafilia è un disturbo cronico, ovvero una volta manifestato nella sua pienezza (solitamente nella tarda adolescenza/prima età adulta) affliggerà l’individuo per tutta la vita, con oscillazioni nella sua intensità a seconda di vari fattori, come ad esempio lo stress, la presenza di altre patologie mentali o nel trovarsi in situazioni che stimolino i comportamenti parafiliaci.
Trattare soggetti parafiliaci è molto difficile in quanto chi ne soffre solitamente non è motivato nell’intraprendere un percorso e solitamente è anche poco collaborativo. In questo, e anche per quanto riguarda il percorso terapeutico, si dovranno adottare metodi e strategie simili a quelle adottate per i tossicodipendenti.

venerdì 22 giugno 2018

"LE DISUGUAGLIANZE DI SALUTE"!







Il 1967 può essere considerato un punto di svolta nel campo della epidemiologia sociale. Prese il via in quell’anno infatti lo studio Whitehall I, rivolto a 18.000 dipendenti della pubblica amministrazione britannica seguiti per alcuni decenni nei loro esiti di salute. Se un tempo si pensava che le patologie cardiovascolari fossero prevalenti tra le persone con maggiori responsabilità, grazie ai risultati di Marmot è stato possibile mettere in luce una realtà più complessa e differente.
I risultati dello studio, mostrarono una impressionante corrispondenza fra la posizione nella gerarchia del lavoro e la mortalità. Contrariamente a quanto si pensava, non muoiono prima i manager per eccesso di stress. Muoiono prima i fattorini, appena dopo le segretarie, appena dopo i quadri intermedi, seguiti dai direttori, su su fino ai grandi capi. Il tasso di mortalità per infarto e altre malattie di chi sta alla base della scala è quattro volte quello di chi sta in cima. Una decina di anni la differenza di aspettativa di vita.
Whitehall II ha spostato progressivamente l’attenzione dal solo ambito lavorativo a tutta la vita sociale. Lo status e le disuguaglianze, infatti, risentono non solo della posizione lavorativa e del reddito, ma anche dell’educazione (forse l’indicatore più preciso dei determinanti sociali di salute), dell’ambiente di vita, del contesto delle relazioni sociali e di molti altri fattori di contesto.

domenica 10 giugno 2018

BIAS COGNITIVI!



La nascita e la diffusione del concetto di “Bias Cognitivi” è riconducibile agli inizi degli anni ’70, quando gli psicologi Kahneman & Tversky avviarono il programma di ricerca denominato “Heuristics and Bias Program”.
Lo scopo di questa ricerca fu quello di comprendere in che modo gli esseri umani maturassero decisioni in contesti caratterizzati da ambiguità, incertezza o scarsità delle risorse disponibili ( cognitive e\o temporali).

Cos'è quindi un Bias cognitivo ?
Il Bias costituisce una forma di distorsione della valutazione causata dal pregiudizio, ossia da concetti precedenti non necessariamente connessi tra loro da legami logici e validi. Il bias, contribuendo alla formazione del giudizio, può quindi influenzare un’ideologia, un’opinione, e un comportamento.
In sintesi il concetto di Bias è associato a quello di “errore” e nasce come conseguenza di un'euristica.
Le euristiche non sono altro che delle scorciatoie cognitive volte alla soluzione di problemi e che non seguono un percorso rigoroso o "algoritmico", ma si affidano all'intuito ed allo stato temporaneo delle circostanze, consentendo di prevedere un risultato che poi andrà convalidato.Tale stile decisionale è preferibile in quelle circostanze in cui la scarsità di risorse cognitive e\o di risorse temporali impediscono una valutazione approfondita e ponderata di tutti gli elementi o quando l’output richiesto al sistema cognitivo concerne procedure familiari o già consolidate. Nei casi contrari , quindi, in situazioni più complesse, l'utilizzo di queste scorciatoie cognitive costituiranno un limite per la persona , portandolo ad errori di valutazione e ad una mancanza di oggettività di giudizio.

lunedì 26 marzo 2018

EFFETTO SPETTATORE!




"L'effetto spettatore", detto anche apatia dello spettatore o effetto testimone (in inglese bystander effect) è un fenomeno sociopsicologico che ci spiega come sia più facile per l'uomo aiutare qualcuno quando è solo rispetto a quando è con più persone.
Maggiore sarà il numero delle persone che assistono ad un dato evento, minore sarà la probabilità che qualcuno intervenga.

Il CRAVING !




Il CRAVING è il desiderio impulsivo per una sostanza psicoattiva, per un cibo o per qualunque altro oggetto-comportamento gratificante. Nel corso degli ultimi vent’anni è emersa una proliferazione delle dipendenze comportamentali che costituiscono parte integrante della vita quotidiana, come:
-l'alimentazione
-la sessualità
- la tecnologia
- lo shopping 
-il gioco d’azzardo 
- le relazioni affettive.
Per alcune persone queste dipendenze arrivano ad assumere caratteristiche patologiche. 
Il craving, dunque rappresenta il desiderio per gli effetti della sostanza, oggetto o comportamento di cui il soggetto ha già fatto esperienza e che sono risultati gratificanti.

DISTURBO PARANOIDE DI PERSONALITÀ






I criteri diagnostici per il Disturbo Paranoide di Personalità secondo il DSM-IV-TR* sono i seguenti:
Diffidenza e sospettosità pervasive nei confronti degli altri (tanto che le loro intenzioni vengono interpretate come malevole), che iniziano nella prima età adulta e sono presenti in una varietà di contesti, come indicato da quattro (o più) dei seguenti elementi: 
-sospetta, senza una base sufficiente, di essere sfruttato, danneggiato o ingannato
-dubita senza giustificazione della lealtà o affidabilità di amici o colleghi
-è riluttante a confidarsi con gli altri a causa di un timore ingiustificato che le informazioni possano essere usate contro di lui 
-scorge significati nascosti umilianti o minacciosi in rimproveri o altri eventi benevoli
-porta costantemente rancore, cioè, non perdona gli insulti, le ingiurie o le offese
-percepisce attacchi al proprio ruolo o reputazione non evidenti agli altri, ed è pronto a reagire con rabbia o contrattaccare 
-sospetta in modo ricorrente, senza giustificazione, della fedeltà del coniuge o del partner sessuale.

AUTOLESIONISMO!




Nel DSM-V (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) l’autolesionismo è stato inserito come categoria diagnostica a sé stante; ciò non significa che i comportamenti autolesivi siano riconducibili ad un’unica modalità di auto-danneggiamento. L’identificazione delle diverse forme che il disturbo può assumere risulta utile per fare chiarezza e facilita un intervento tempestivo.

Le 3 categorie di autolesionismo

Ciò che in letteratura è definito ‘deliberate self harm’ – in italiano ‘auto-danneggiamento intenzionale’- comprende un ventaglio di comportamenti patologici, riconducibili a tre categorie principali:

-le condotte di auto-danno, come l’abuso di sostanze psicoattive, la sessualità promiscua e il gioco d’azzardo,
-le condotte di auto-avvelenamento, come l’ingestione di sostanze tossiche e l’overdose di droghe,
le condotte autolesive, come tagliarsi e bruciarsi.

l Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività ( ADHD) !





Il Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività, o ADHD, è un disturbo evolutivo dell’autocontrollo. Esso include difficoltà di attenzione e concentrazione, di controllo degli impulsi e del livello di attività. Questi problemi derivano sostanzialmente dall’incapacità del bambino di regolare il proprio comportamento in funzione del trascorrere del tempo, degli obiettivi da raggiungere e delle richieste dell’ambiente.Si tratta di un disturbo eterogeneo e complesso, multifattoriale, che nel 70-80% dei casi coesiste con uno o più altri disturbi, aggravandone la sintomatologia e rendendo quindi complessa sia la diagnosi sia la terapia. I disturbi più frequentemente associati con l'ADHD sono il disturbo oppositivo-provocatorio, i disturbi della condotta, i disturbi specifici dell'apprendimento (dislessia, disgrafia, ecc.) e i disturbi d'ansia.
L’ADHD NON E' UN PROBLEMA MARGINALE CHE SI RISOLVE CON L'ETA'.
Si stima che nel mondo l’incidenza dell’ADHD sia pari al 5,3%
della popolazione, mentre in Italia la prevalenza è intorno al
3-4%, che corrisponde a circa 270.000-360.000 bambini.

AUTOSTIMA!



L’autostima è la valutazione che diamo di noi stessi.Essa dipende sia da fattori interni, cioè dagli schemi cognitivi della persona, dalla sua soggettiva visione della realtà e di sé stessa, sia da fattori esterni, come ad esempio i successi che otteniamo e la qualità delle "risposte” che riceviamo dalle altre persone.
L’autostima viene determinata da informazioni oggettive e soggettive, riferite a tre tipi di sé:
- sé reale: è la valutazione oggettiva delle nostre competenze
- sé percepito: è la nostra valutazione del sé reale. Difficilmente sé percepito e sé reale coincidono, si rischia sempre di fare "errori di valutazione"
- sé ideale: è come desideriamo essere. Esso è influenzato dalla cultura e dalla società.
William James (1842/1910) definiva l’autostima come il rapporto tra il Sé percepito di una persona e il suo Sé ideale .Secondo James una persona sperimenterà una bassa autostima se il Sé percepito non riesce a raggiungere il livello del Sé ideale. L’ampiezza della discrepanza tra come ci vediamo e come vorremmo essere è infatti un segno importante del grado in cui siamo soddisfatti di noi stessi.In altre parole, secondo la definizione di James, l’autostima sarebbe il risultato dei successi ottenuti realmente in corrispondenza delle aspettative e degli obiettivi posti dal soggetto.

Leader si nasce o ci si diventa?




La risposta sta nel mezzo.Numerosi studi scientifici affermano che circa il 30% del futuro di un leader è scritto nel suo patrimonio genetico – la leadership si può anche imparare sul campo con la giusta formazione ed un coaching dedicato: impegnarsi nel migliorare le proprie skills, affidandosi allo studio ed ai professionisti giusti può far impennare le competenze di leadership fino al 30%.
Ecco alcune qualità che possono essere migliorate:
l’intelligenza emotiva, l’atteggiamento positivo, la capacità di problem solving, il carattere, l’empatia, l’autoconsapevolezza, l'assertività, l'autostima, la comunicazione persuasiva, la resilienza ed altre.

IL PENSIERO COME SURROGATO DELL'AZIONE.




Il pensiero consiste sostanzialmente nella simulazione immaginativa dell'azione.
Per dirla in termini fisiologici quando, a causa di un'aggressione ambientale, lo stato di tensione ( e quindi di malessere ) raggiunge un livello di guardia oltre il quale può diventare autodistruttivo per l 'individuo, subentra a salvaguardia della sua sopravvivenza uno stato di benessere ( caduta temporanea della tensione) provocato autogenamente mediante l'attivazione del pensiero, il quale simulando l 'azione capace di scaricare la tensione simula una situazione ambientale gratificatoria.
Materialmente nel cervello viene sostituita la produzione di neurotrasmettitori adrenalinici (che provocano lo stato di tensione, cioè lo stress) con la produzione di neurotrasmettitori noradrenalinici) che provocano lo stato di distensione).

domenica 25 marzo 2018

ANUPTAFOBIA!






Indica una paura irrazionale e persistente di rimanere single.

Il comportamento delle persone che soffrono di anuptafobia risponde a un modello di ansia e ossessione riguardo l’idea di avere un partner.
In generale, questo disturbo colpisce prevalentemente quelle persone con bassa autostima e piuttosto dipendenti che spesso hanno subito relazioni o rifiuti traumatici.

lunedì 5 marzo 2018

EFFETTO SPETTATORE!

                             



"L'effetto spettatore", detto anche apatia dello spettatore o effetto testimone (in inglese bystander effect) è un fenomeno sociopsicologico che ci spiega come sia più facile per l'uomo aiutare qualcuno quando è solo rispetto a quando è con più persone.
Maggiore sarà il numero delle persone che assistono ad un dato evento, minore sarà la probabilità che qualcuno intervenga.

martedì 20 febbraio 2018

TEORIA TRIANGOLARE DELL'AMORE (Robert Sternberg )!


                                    
Secondo questa teoria, l’amore vero è costituito da tre componenti essenziali: passione, intimità e decisione o impegno.
-Passione: desiderio sessuale o romantico di grande intensità, accompagnato da una forte tendenza a cercare l’unione fisica e/o emotiva con l’altro.
-Intimità: conoscenza dell’altro e fiducia in ciò che è, ciò che fa e ciò che prova. Vicinanza e preoccupazione per il suo benessere. Necessità di vicinanza e di scoperta mutua.
-Decisione o impegno: volontà di mantenere il legame e sentimento di responsabilità a riguardo. Interesse nel superare le avversità e preservare l’affetto, che va oltre le circostanze temporanee.

DA QUESTI TRE ASPETTI NE RICAVA I 7 MODI DI AMARE!

FOBIA SOCIALE!


                                          



La Fobia Sociale è un disturbo psicologico caratterizzato da un’intensa e persistente paura di affrontare le situazioni in cui si è esposti alla presenza e al giudizio altrui per il timore di mostrarsi imbarazzato, di apparire incapace,
ridicolo e di agire in modo inopportuno e umiliante. 
L’esposizione alla situazione temuta quasi invariabilmente provoca l’ansia, che può assumere le caratteristiche di un Attacco di Panico causato dalla situazione o sensibile alla situazione.
La persona riconosce che la paura è eccessiva o irragionevole.
Le temute situazioni sociali o prestazionali sono evitate oppure sopportate con intensa ansia o disagio. 
L’evitamento, l’ansia anticipatoria o il disagio nella/e situazione/i sociale/i o prestazionale/i interferiscono significativamente con le abitudini normali della persona, con il funzionamento lavorativo (scolastico) o con le attività o relazioni sociali, oppure è presente marcato disagio per il fatto di avere la fobia.

ANEDONIA!

   
                                           



Il termine Anedonia fu coniato alla fine dell’800 dallo psicologo francese Théodule Ribot per definire l’incapacità, parziale o addirittura totale, di provare appagamento o interesse per attività comunemente ritenute piacevoli, come ad esempio dormire, nutrirsi o il sesso.
L’anedonia può avere anche connotazioni specifiche quando il disinteresse è mirato verso solo alcuni aspetti come per l’anedonia sociale, sessuale o fisica.
L’anedonia può essere uno dei sintomi nella diagnosi di schizofrenia,depressione e di alcuni disturbi di personalità.
Considerando l’anedonia come una problematica legata a un disturbo mentale, le terapie e i trattamenti presi in considerazione dagli esperti sono pressoché identici a quelli utilizzati per la cura della depressione e dei disturbi di natura psicologica.

CRAVING!



                                          



Il CRAVING è il desiderio impulsivo per una sostanza psicoattiva, per un cibo o per qualunque altro oggetto-comportamento gratificante; tale desiderio se non soddisfatto provoca sofferenza psichica e fisica ( astenia, anoressia, ansia, insonnia, irritabilità, aggressività, depressione, iperattività). Nel corso degli ultimi vent’anni è emersa una proliferazione delle dipendenze comportamentali che costituiscono parte integrante della vita quotidiana, come:
-l'alimentazione
-la sessualità
- la tecnologia
- lo shopping 
-il gioco d’azzardo 
- le relazioni affettive.
Per alcune persone queste dipendenze arrivano ad assumere caratteristiche patologiche. 
Il craving, dunque rappresenta il desiderio per gli effetti della sostanza, oggetto o comportamento di cui il soggetto ha già fatto esperienza e che sono risultati gratificanti.

IL CASO DI PHINEAS GAGE (MODIFICAZIONE DELLA PERSONALITA')!



                                     


Uno degli esempi più famosi citati in neurologia è quello di Phineas Gage, un operaio statunitense vissuto nella metà del 19° secolo, che lavorava alla costruzione di una ferrovia nel Vermont.Un giorno del 1848, a causa di un'esplosione accidentale, una barra di ferro gli trapassò il cranio, dalla guancia sinistra alla corteccia cerebrale del lobo prefrontale, ma non lo uccise.

Miracolosamente sopravvissuto all'incidente, a parte la cecità dell’occhio lesionato, Phineas però da allora non fu più la stessa persona. Se prima era un uomo serio ed onesto, apprezzato per la sua affidabilità e disponibilità, da quel momento era diventato scorbutico, inaffidabile, bugiardo e bizzarro. E non si era accorto di essere cambiato. La sua personalità aveva subito radicali modifiche, al punto che gli amici non lo riconoscevano più.
Egli divenne una persona talmente priva di freni inibitori sul piano verbale, da risultare irosa ed asociale, irriverente, blasfema e senza rispetto nei confronti degli altri.Oggi grazie soprattutto a questo insolito caso sappiamo che le lesioni dei lobi frontali, come ad esempio quella di Gage, producono un’insolita gamma di cambiamenti come quelli emotivi, cognitivi e motori.

ZONA DI SVILUPPO PROSSIMALE!



                                       


Lev S.Vygotskij introduce, sviluppa e definisce il concetto di Zona di Sviluppo Prossimale (ZSP) per spiegare come l’apprendimento del bambino si realizzi grazie all’osservazione di un modello esperto e con l’aiuto di un adulto, o di un bambino, più grande.
La prestazione cognitiva cresce "spontaneamente" in funzione della maturazione biologica, dell'età del bambino.Tuttavia, la prestazione migliora, e il bambino può risolvere ad una certa età dei problemi che avrebbe risolto ad un'età successiva (prossima), se viene inserito in un contesto sociale e culturale più ricco, dotato di strumenti cognitivi. E' per questo che l'area compresa tra la prestazione spontanea e la prestazione mediata dai fattori sociali e culturali viene chiamata area di sviluppo prossimo.La massima differenza si evidenzia fra i 7 ed i 10 anni.

EMPATIA!


                                         


L’empatia è la capacità di immedesimarsi in un’altra persona, e quindi di riuscire a vivere le stesse sensazioni che questa persona prova in un dato momento. Comunemente: “Mettersi nei panni dell’altro”.
E’ una forma profonda e potente di comunicazione fra le persone. Non è necessariamente legata all’uso delle parole, infatti può essere espressa anche attraverso il linguaggio del corpo (es. espressioni del volto o gesti).
L’empatia dunque è una capacità innata, tuttavia molti di noi hanno delle capacità empatiche più spiccate.
Molte ricerche hanno dimostrato che osservare le azioni, o le espressioni facciali di altri individui provoca l’attivazione delle stesse aree cerebrali che sono attive quando è l’osservatore ad eseguire quelle stesse azioni o ad assumere le stesse espressioni facciali.
Il sistema mirror (“specchio”) include alcune aree del nostro cervello che risultano attive sia durante l’osservazione di azioni, sia durante l’esecuzione delle stesse azioni.

PERCHE' E' IMPORTANTE L'EMPATIA?
Perchè ci permette di entrare più facilmente in sintonia con le persone con cui interagiamo, anzi si può dire che rappresenta uno degli strumenti basilari di una comunicazione efficace e gratificante.

PISANTROFOBIA!


                                        


Consiste nella paura irrazionale ed incontrollabile di stabilire una relazione intima e personale con un altro individuo. Alla base della fobia ci sono le esperienze traumatiche vissute in precedenza con la conseguenza paura di potersi fidare nuovamente degli altri.La paura di essere delusi o traditi nuovamente è talmente forte da spingere la persona ad essere estremamente diffidente e sfiduciata verso tutto ciò che la circonda, attuando così condotte di evitamento.
Le conseguenze della Pisantrofobia non si limitano al solo piano affettivo, bensì si trasferiscono ai restanti ambiti della vita: lavorativa, familiare, di coppia o socio-culturale.

CAPIRE LA PERSONALITA’ CON UNA STRETTA DI MANO!

          
                                       

La stretta di mano è un gesto con valenze perlopiù di saluto ma che può essere utilizzato anche per indicare ringraziamento, accordo, congratulazioni.Dare la mano è uno dei modi più consueti ed universali di entrare in contatto con un' altra persona.
Una stretta di mano può fornirci informazioni su chi abbiamo di fronte?

Nel 1999 William Chaplin insegnante all’Università dell’Alabama si pose come obiettivo quello di chiare il dubbio riguardo la stretta di mano e la personalità.
Chaplin attraverso un corso intensivo di circa un mese insegnò a quattro suoi studenti a codificare le strette di mano seguendo una serie di parametri.
Il loro compito fu quello di valutare, dando un voto da uno a cinque ad alcune caratteristiche della stretta di mano ( come la forza della stretta, la temperatura percepita, la secchezza della mano, la completezza della stretta, la durata ed il contatto visivo) e successivamente valutarne la personalità (utilizzando il Modello OCEAN, secondo cui la personalità umana è descrivibile tramite 5 dimensioni: Openness (apertura mentale), Coscienziosità, Estroversione, Agreeableness (piacevolezza) e Nevrosi).
Lo studio fu effettuato su 112 persone ignare ovviamente dello scopo dell’esperimento.
I risultati ottenuti confermarono in qualche modo il pensiero comune ossia:
1. Le persone estroverse tendono ad avere una stretta di mano energica e calorosa.
2. Nel caso sia una donna ad avere una stretta energetica e calorosa, si parla di apertura mentale e curiosità per le novità.
3. Al contrario, le persone timide, ansiose, tendono ad utilizzare una stretta di mano esitante, molle.

LA TRIADE COGNITIVA DI BECK (DEPRESSIONE)!

                                     
                                        




Beck è uno dei padri fondatori della terapia cognitiva e si è occupato inizialmente soprattutto di pazienti depressi e di come le distorsioni cognitive fossero alla base dell'insorgenza della patologia.
Ogni volta che ci si trova ad affrontare situazioni critiche lo schema acquisito consente di interpretare i dati oggettivi e di trasformarli in cognizioni, ovviamente ciò non succede nei soggetti depressi che utilizzeranno schemi non adattivi che porteranno ad errate interpretazioni della realtà da cui si genereranno pensieri automatici che produrranno un effetto negativo sulle emozioni e di conseguenza sul comportamento.
La caratteristica dei pensieri automatici è che sono assoluti, globali e duraturi.


I PENSIERI AUTOMATICI:

-SU DI SE': Sono un perdente\ nessuno mi vuole\ non sono amabile, degno.
-SUL MONDO: La vita non è giusta\la vita è cattiva\ la vita mi dà solo dispiaceri.
-SUL FUTURO: Non combinerò mai nulla\ non cambierà mai nulla\inutile impegnarsi per qualcosa di immodificabile.


IMPARA A PENSARE IN MODO DIVERSO!

giovedì 18 gennaio 2018

OROTORESSIA!





L'ortoressia è l'ossessione per il mangiare cibi sani. E' presente, nei soggetti che ne sono affetti, una forte attenzione verso le numerose diete esistenti sul mercato ed è caratterizzata dalla preselezione molto accurata degli alimenti che può diventare estrema. E' un problema sociale, impedisce al soggetto di avere rapporti equilibrati con l'esterno creando un meccanismo circolare di insoddisfazione che alimenta il problema. La differenza con i DCA (Disturbi comportamento alimentare) è che, mentre in questi tutte le attenzioni sono rivolte alla quantità di cibo e sulle sue ricadute, nell'ortoressia tutte le preoccupazioni riguardano la qualità del cibo,il rischio di contaminazione, la minaccia che l'alimento sia sporco e non sano, non puro, e le preoccupazioni iniziali si possono trasformare in una vera e propria mania di persecuzione.
Le cause sono state individuate in : ritmi di vita forzati della vita moderna, modelli di salute e bellezza rivolti al consumismo piuttosto che all'individuo, scale di autovalutazione basate sul rapporto salute-bellezza-autostima, motivazioni alimentari di ordine psicologico, etico, morale.

mercoledì 3 gennaio 2018

VIGORESSIA!




La vigoressia, o bigoressia (dall’inglese “big”, grosso), è un disturbo psicologico che si può classificare all’interno dei “nuovi” disturbi alimentari, nella categoria “Disturbo evitante/restrittivo dell’assunzione di cibo”.
Questa dipendenza nasce da una preoccupazione ossessiva per l’aspetto fisico e dal desiderio di modificarlo aspirando alla perfezione, tanto che alcuni autori parlano di “complesso di Adone” , dalla celebre figura mitologica simbolo della giovanile bellezza maschile.
Il disturbo è caratterizzato da una seria dispercezione corporea, opposta a quella dell’anoressia nervosa.
Il soggetto si percepisce sempre troppo gracile e magro, comportando una dipendenza patologica dall’esercizio fisico con l’ossessione per l’incremento della propria massa muscolare seguita generalmente da un regime dietetico iperproteico. L’esercizio fisico diventa una priorità assoluta, andando ad inficiare la vita sociale: sia nei rapporti affettivi, sia nella vita lavorativa, che vengono messi in secondo piano o addirittura abbandonati. 
La bigoressia è particolarmente diffusa nella popolazione maschile, tuttavia secondo le indagini statistiche più recenti, starebbe prendendo sempre più piede anche tra le donne; la fascia di età certamente più colpita è quella dai 25 ai 35 anni, seguita da quella tra i 18 e i 24,. Da queste indagini emerge anche una crescente fetta di persone più adulte, anche over 40, che cercano di combattere il tempo che passa attraverso allenamenti e stili alimentari sempre più rigidi.
Per quanto riguarda le cause della vigoressia, secondo gli esperti queste sono da identificarsi in una combinazione di fattori di natura diversa, quali: fattori psicologici, fattori sociali e fattori biologici.